GESU’ E’ DI TUTTI, NESSUNO PUO’
RIVENDICARNE LA PROPRIETA’! (Mc. 1,29-39)
La
tendenza a rivendicare quasi la “proprietà”
di una cosa o addirittura di una persona quando la si usa (cosa) o la si
frequenta (persona), è ancora oggi assai diffusa. E, fin tanto che si tratta di
una cosa potremmo anche essere d’accordo, ma quando si trattasse di una persona
in nessun caso mai. Ogni persona, infatti, deve sentirsi libera di scegliersi
le proprie amicizie e frequentazioni, senza subire pressioni tali da mettere in
dubbio la sua stessa dignità. E’ facile oggi vivere questa libertà? No, non è
assolutamente facile, né semplice. Ci sono condizionamenti, anche pesanti,
dovuti ai legami parentali di sangue e alla condizione socioeconomica in cui si
vive. Il Vangelo di oggi ci racconta di Gesù che viene accompagnato nella casa
di Simone, dove sua suocera era a letto con la febbre ed egli la guarisce.
Siamo agli inizi del ministero pubblico di Gesù e pertanto questo fatto può
apparire come un caso di favoreggiamento: Gesù che guarisce la suocera del suo
amico Simone. Se non che, subito dopo questo fatto, si parla di “una
città intera riunita davanti alla porta”, dove
Gesù “guarì
molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demoni”. E’
evidente che Gesù non vuole favorire nessuno, ma dare la possibilità a tutti di
ottenere la sua grazia. Lo si capisce ancora meglio quando, il mattino
seguente, mentre Gesù si trovava in preghiera, Simone e quelli che erano con
lui si misero sulle sue tracce pretendendo la sua permanenza in quella città: “Tutti
ti cercano!” Ma ricevendo una risposta chiaramente negativa: “Andiamocene
altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti
sono venuto!” Mi ha sempre colpito questo atteggiamento di profonda
libertà interiore che Gesù ha sempre mostrato nel rapporto con le persone,
anche quando è stato “tirato” da una
parte piuttosto che da un’altra: Gesù vuole essere di tutti, nessuno può
rivendicarne la proprietà! Questo vale anche nel nostro rapporto con le
persone: non dobbiamo “sequestrare”
le persone, ma semplicemente prenderci cura di loro conservando quella libertà
interiore che non è distacco nè indifferenza bensì radice della nostra identità
cristiana! Gesù ci insegna che solo con lui possiamo vivere un rapporto
personale ed “esclusivo”, senza
tuttavia ingabbiarlo dentro uno schema nostro, perché Gesù è di tutti, è
l’unico e universale Maestro, Signore e Salvatore. Siamo noi che dobbiamo
obbedire a Gesù e non viceversa! Questo ce lo dobbiamo sempre ricordare.
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