lunedì 26 febbraio 2018

Il pensiero di don Pietro - domenica 25 febbraio 2018 - seconda di Quaresima


UOMO: CERCA LA BELLEZZA DI DIO! (Mc. 9,2-10)
Ma che cos’è la bellezza di Dio? L’uomo moderno la cerca spesso e volentieri nel luogo e nel modo sbagliato! La cerca nelle cose materiali, nella ricchezza, nei posti d’onore, negli spettacoli teatrali, musicali o sportivi, nelle meraviglie della natura, nelle persone mitizzate e quasi divinizzate. Questa ricerca purtroppo si rivela spesso come un boomerang incapace di mostrare la vera bellezza di Dio, perché si pensa di poterla possedere. Invece la bellezza di Dio ci proietta sempre oltre, oltre la cosa, oltre lo spettacolo, oltre la persona, oltre la creazione. Si tratta pertanto di assumere uno sguardo nuovo, di scoprire la bellezza di Dio come dono che si offre a noi nelle cose, nelle esperienze e nelle persone. Ed è una bellezza che non potrà mai essere “usata”, né “posseduta”, ma solo “contemplata” per qualche attimo: “E apparve loro Elia con Mosè che conversavano con Gesù. Pietro disse a Gesù: Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne… E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro”. Pietro, Giacomo e Giovanni hanno sperimentato per un attimo la bellezza della gloria di Dio, ma non la possono portare con sé, se non attraverso il dono di uno sguardo nuovo che hanno ricevuto da quell’esperienza, che li aiuterà a vedere diversamente, cioè, con gli occhi stessi di Dio, tutto ciò che dovranno affrontare. La celebre frase di S. Agostino può aiutarci a capire: “Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me ed io ero fuori, e là ti cercavo. Mi avventavo sulle cose belle da te create, eri con me e io non ero con te”. La bellezza di Dio la si comprende dal suo punto di vista, mettendoci dentro il suo sguardo, che scende dall’alto: ecco allora che vedere la realtà dall’altezza di chi l’ha creata genera una vertigine a cui l’uomo non è abituato. Ed è una vertigine che disarma e disorienta, perché non ha fine, non ha confine, e l’unico orizzonte che conosce è l’amore. Il volto luminoso e la veste candida di Gesù è un dono che aiuterà i discepoli ad avere uno sguardo libero, capace di vedere il vero, il giusto e il bello in ogni persona e in ogni cosa. Inizierà anche da qui la loro conversione, dal lasciare entrare nel loro cuore quella luce capace di mettere in discussione ogni loro sguardo, per assimilarlo sempre più a quello di Dio. Questa è la conversione a cui siamo chiamati anche noi. La luce dello Spirito Santo possa avvicinare sempre più il nostro sguardo a quello di Dio!      

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