sabato 6 gennaio 2018

Il pensiero di don Pietro - domenica 7 gennaio 2018 - Battesimo di Gesù

CERCARE E RICONOSCERE DIO NELL’UMANITA’ DEL BAMBINO
(Mt. 2,1-12) (Mc. 1,7-11)

Siamo tutti malati di grandezza e di potenza e, chissà perché, quando pensiamo a qualcosa di nuovo crediamo che debba essere visibilmente grande e potente. Il mistero dell’Incarnazione ci insegna il movimento inverso, che dal grande va verso il piccolo e dal potente verso l’inerme e il debole. Così, il nostro Dio, grande e potente, immenso e meraviglioso, glorioso e invincibile, si è fatto piccolo poiché ha scelto la strada dell’abbassamento per venirci a salvare: “Dio, in Cristo Gesù, spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini, apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce” (Fil. 2,6). Dobbiamo essere sinceri e chiederci se crediamo ancora a un Dio così, oppure se stiamo ancora pensando a un Dio che magicamente venga a risolverci tutti i problemi. La festa dell’Epifania non è la celebrazione di un Dio potente e invincibile alla maniera umana, ma è la “manifestazione” di una salvezza che abbraccia tutto l’universo e che si realizza attraverso la nascita di Gesù, nato da Maria, Figlio di Dio. I magi, dopo i pastori, sono tra i primi a riconoscere in quel bambino il Figlio di Dio e a venirlo ad adorare. Dobbiamo finirla di rincorrere paradisi artificiali, cioè, inesistenti, dobbiamo finirla di pensare a miracoli che non passino attraverso l’umile servizio della condivisione fraterna, della pace conquistata con la giustizia e il perdono, la fatica e il sacrificio di una vita totalmente donata. Dobbiamo credere fermamente che il modello della vera umanità è Gesù, è quel bambino adorato dai pastori e dai magi: “…videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono”. Quest’anno l’Epifania e la festa del Battesimo di Gesù sono vicine al punto da farci riflettere proprio su quella umanità nuova che traspare dalla vita di Gesù, dalle sue scelte, dal suo modo di essere e di vivere con la gente, soprattutto con i poveri. Questa umanità nuova inizia con la scelta di farsi battezzare da Giovanni Battista, come tutti coloro che andavano a farsi battezzare confessando i loro peccati. Gesù è senza peccato, è l’Agnello senza macchia, è colui che toglie il peccato, eppure chiede di farsi battezzare. Gesù vuole sottomettersi fino in fondo alla condizione propria dell’umanità gravata dal peso del peccato, non vuole nessun vantaggio, nessun privilegio. Anche noi siamo stati battezzati, ma ce ne siamo un po’ dimenticati. Forse è proprio il caso di riprendere in mano il dono che abbiamo ricevuto nel battesimo, per trasformarlo, sull’esempio di Gesù, in una vita appassionata ed appassionante a servizio dei fratelli.     

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